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Sanremo: Salmo si tuffa con il microfono e un Blanco isterico tosa i fiori
Sanremo: Salmo si tuffa con il microfono e un Blanco isterico tosa i fiori

Articoli di Cultura e spettacoli


Nella prima serata della 73esima edizione del Festival di Sanremo, i protagonisti sono gli ospiti. Fra i concorrenti c'è poco da salvare.


  08 Febbraio 2023 - 11:59




La prima serata di martedì 7 febbraio del Festival di Sanremo, giunto alla sua 73esima edizione, non ha offerto qualche sonorità interessante e tanto meno testi vagamente originali. Sì, c'è Mengoni con la sua voce, c'è la ragazza un po' invecchiata, la pugliese Anna Oxa, che rimane un'interprete sopra la media.

 

Non si è visto e soprattutto ascoltato qualcosa di buono in questa edizione 2023. Il padrone di casa Amadeus ne sembra molto cosciente, tanto da dare molto spazio nelle prime due ore agli ospiti, invece che ai concorrenti. Benigni, Mahmood e Blanco che ricantano “Brividi", canzone vincitrice dell'edizione 2022, Elena Sofia Ricci che sale sul palco dell'Ariston per pubblicizzare la sua prossima fiction (ovviamente made Rai).

 

Dopo le prime due ore di diretta, ancora pochi concorrenti e poco brillanti, mentre gli ospiti sono l'ex Litfiba Piero Pelù, ma soprattutto i Pooh, gli artisti che in questa edizione nella prima serata incassano i maggiori applausi (seguiti a ruota da Benigni, che ha aperto la kermesse).

 

Se sono gli ospiti a prendersi gli applausi più fragorosi, qualcosa vorrà pur dire. Gli artisti in gara hanno portato canzoni per la maggior parte mediocri o molto mediocri, con testi spesso al limite del patetico (limite spesso superato abbondantemente).

 

La peggiore esibizione però, la fa in tarda sera Blanco (questa volta sul palco da solo senza Mahmood) che per problemi tecnici (dice che non sentiva la sua voce in cuffia), prima smette di cantare (mentre la base musicale continua a suonare) e poi si mette a distruggere i fiori presenti sul palco, in uno sfogo vandalico "perché in qualche modo doveva divertirsi". Il "bamboccione" ha mostrato al pubblico dell’Ariston, che l'ha fischiato, di che stoffa è fatto e che la vittoria dell'anno scorso del Festival di Sanremo forse è più merito di Mahmood che del giovane dicianovenne bresciano.

 

Televisivamente perfetto Morandi, che dopo la performance di Blanco arriva sul palco dell'Ariston con uno scopino per pulire il palco dove c'erano fiori da tutte le parti. Amadeus, con il pubblico del teatro sanremese che a suon di fischi mostra la disapprovazione del comportamento di Blanco, cerca di calmare gli animi, proponendo al ragazzino rapper di poter rifare la canzone dopo (ma siamo già in tarda sera, superata la mezzanotte). Dopo l'esibizione dei concorrenti "I Cugini di Campagna" e di Gianluca Grignani, Amadeus comunica che non ci sono le condizioni per fa riesibire Blanco. Bene. Ma l'ego smisurato del ragazzino forse dovrebbe essere ridimensionato. Ma Sanremo è Sanremo, e tutto fa spettacolo e polemica.

 

Ci penserà poi il buon Fiorello, collegato dall'esterno dell’Ariston, a ridicolizzare Blanco, ma anche Salmo (altro ospite rapper) esibitosi su una nave di uno sponsor al largo del mare ligure, in collegamento con l’Ariston, che in conclusione della sua esibizione si è buttato nella piscina della nave con il microfon (che secondo Fiorello costava 2500 euro). Oltre al cachet, questi giovani e meno giovani rapper costano in danni. Ma sicuramente non sarà un problema per la Rai far fronte a questi ulteriori costi, visto che l'emittente pubblica italiana per 4 serate, da martedì 7 febbraio a sabato 11 febbraio, incasserà la bellezza di 63 milioni di euro di pubblicità.

 

Tutto ciò è merito di un format televisivo che con Benigni, i Pooh, Sergio Mattarella e il discorso di Zelensky (letto da qualcun altro) inchioda agli schermi almeno 10 milioni di persone, anche se con la musica di un certo livello non ha nulla da spartire.

 

Eppure sul palco dell’Ariston si sono esibiti personaggi che vanno da Pierangelo Bertoli ("Spunta la luna dal monte" e " Italia d'oro") a Roberto Vecchioni, passando per Daniele Silvestri e Rancore, ma anche "Lo Stato sociale", piuttosto che Jannacci con o senza Paolo Rossi.

 

Sanremo è la cartina di tornasole dello stato di salute della discografia italiana, ed evidentemente la musica italiana è in coma, è uno pneumatico. Un involucro totalmente vuoto. Vuoto di qualsiasi contenuto vagamente originale, sia musicalmente che a livello di testi.

La prima serata di martedì 7 febbraio del Festival di Sanremo, giunto alla sua 73esima edizione, non ha offerto qualche sonorità interessante e tanto meno testi vagamente originali. Sì, c'è Mengoni con la sua voce, c'è la ragazza un po' invecchiata, la pugliese Anna Oxa, che rimane un'interprete sopra la media.

 

Non si è visto e soprattutto ascoltato qualcosa di buono in questa edizione 2023. Il padrone di casa Amadeus ne sembra molto cosciente, tanto da dare molto spazio nelle prime due ore agli ospiti, invece che ai concorrenti. Benigni, Mahmood e Blanco che ricantano “Brividi", canzone vincitrice dell'edizione 2022, Elena Sofia Ricci che sale sul palco dell'Ariston per pubblicizzare la sua prossima fiction (ovviamente made Rai).

 

Dopo le prime due ore di diretta, ancora pochi concorrenti e poco brillanti, mentre gli ospiti sono l'ex Litfiba Piero Pelù, ma soprattutto i Pooh, gli artisti che in questa edizione nella prima serata incassano i maggiori applausi (seguiti a ruota da Benigni, che ha aperto la kermesse).

 

Se sono gli ospiti a prendersi gli applausi più fragorosi, qualcosa vorrà pur dire. Gli artisti in gara hanno portato canzoni per la maggior parte mediocri o molto mediocri, con testi spesso al limite del patetico (limite spesso superato abbondantemente).

 

La peggiore esibizione però, la fa in tarda sera Blanco (questa volta sul palco da solo senza Mahmood) che per problemi tecnici (dice che non sentiva la sua voce in cuffia), prima smette di cantare (mentre la base musicale continua a suonare) e poi si mette a distruggere i fiori presenti sul palco, in uno sfogo vandalico "perché in qualche modo doveva divertirsi". Il "bamboccione" ha mostrato al pubblico dell’Ariston, che l'ha fischiato, di che stoffa è fatto e che la vittoria dell'anno scorso del Festival di Sanremo forse è più merito di Mahmood che del giovane dicianovenne bresciano.

 

Televisivamente perfetto Morandi, che dopo la performance di Blanco arriva sul palco dell'Ariston con uno scopino per pulire il palco dove c'erano fiori da tutte le parti. Amadeus, con il pubblico del teatro sanremese che a suon di fischi mostra la disapprovazione del comportamento di Blanco, cerca di calmare gli animi, proponendo al ragazzino rapper di poter rifare la canzone dopo (ma siamo già in tarda sera, superata la mezzanotte). Dopo l'esibizione dei concorrenti "I Cugini di Campagna" e di Gianluca Grignani, Amadeus comunica che non ci sono le condizioni per fa riesibire Blanco. Bene. Ma l'ego smisurato del ragazzino forse dovrebbe essere ridimensionato. Ma Sanremo è Sanremo, e tutto fa spettacolo e polemica.

 

Ci penserà poi il buon Fiorello, collegato dall'esterno dell’Ariston, a ridicolizzare Blanco, ma anche Salmo (altro ospite rapper) esibitosi su una nave di uno sponsor al largo del mare ligure, in collegamento con l’Ariston, che in conclusione della sua esibizione si è buttato nella piscina della nave con il microfon (che secondo Fiorello costava 2500 euro). Oltre al cachet, questi giovani e meno giovani rapper costano in danni. Ma sicuramente non sarà un problema per la Rai far fronte a questi ulteriori costi, visto che l'emittente pubblica italiana per 4 serate, da martedì 7 febbraio a sabato 11 febbraio, incasserà la bellezza di 63 milioni di euro di pubblicità.

 

Tutto ciò è merito di un format televisivo che con Benigni, i Pooh, Sergio Mattarella e il discorso di Zelensky (letto da qualcun altro) inchioda agli schermi almeno 10 milioni di persone, anche se con la musica di un certo livello non ha nulla da spartire.

 

Eppure sul palco dell’Ariston si sono esibiti personaggi che vanno da Pierangelo Bertoli ("Spunta la luna dal monte" e " Italia d'oro") a Roberto Vecchioni, passando per Daniele Silvestri e Rancore, ma anche "Lo Stato sociale", piuttosto che Jannacci con o senza Paolo Rossi.

 

Sanremo è la cartina di tornasole dello stato di salute della discografia italiana, ed evidentemente la musica italiana è in coma, è uno pneumatico. Un involucro totalmente vuoto. Vuoto di qualsiasi contenuto vagamente originale, sia musicalmente che a livello di testi.




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