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L’ultimo saluto a Werner Carobbio
L’ultimo saluto a Werner Carobbio

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Si sono svolti oggi a Bellinzona i funerali del già consigliere nazionale e granconsigliere socialista Werner Carobbio. La tenacia e il coraggio di una delle figure più importanti del socialismo ticinese.


  10 Novembre 2023 - 17:38





Questo pomeriggio la sinistra ticinese ha dato l’ultimo saluto a Werner Carobbio. Al Cimitero di Bellinzona si sono svolti i funerali del già granconsigliere, consigliere nazionale, segretario e fondatore del Partito socialista autonomo (Psa), fra le figure più importanti del socialismo ticinese nell’ultimo mezzo secolo di storia

A ricordarlo nella sua orazione funebre è stato dapprima il già consigliere di Stato Pietro Martinelli, “amico e compagno di una vita”, che, davanti ai molti presenti, ha evidenziato il fondamentale ruolo di Werner Carobbio nella nascita e nella vita dell’esperienza, per certi versi unica, del Psa, come pure la sua tenacia e il coraggio nel sapersi indignare e lottare contro la violenza, fisica e morale, e le ingiustizie.

Martinelli ha ripercorso il contributo apportato da Werner Carobbio, quale primo segretario del Psa, per ridare alla sinistra una cultura politica che è stata in grado di attirare l’adesione di molti intellettuali e “persino della parte più curiosa della borghesia”, una cultura orientata verso un marxismo umanista, non dogmatico e, infine, in grado di ricomporre la sinistra ticinese, prima con il Psu e poi con l’unificazione con il Pst, da cui è nato l’attuale PS Ticino.

Martinelli ha anche evidenziato quello che ha definito il “capolavoro” compiuto nelle sei legislature in Consiglio nazionale di Werner Carobbio, a partire dal 1975. Lavoro che è valso a Werner Carobbio anche il rispetto, nonostante l’iniziale diffidenza, degli avversari politici.

Un incessante impegno politico, che “tuttavia non ti ha fatto dimenticare di circondare di affetto e di attenzioni la famiglia: la moglie Graziella, le figlie Marina e Katia, il fratello Ateo e le nuove generazioni di nipoti”, ha detto Martinelli nel porgere le sue condoglianze alla famiglia.

“Sei stato amato dal popolo e sei stato amato dal partito perché eri uno di loro e di noi e perché erano ed eravamo certi che non avresti mai tradito”, ha concluso Pietro Martinelli. “Grazie per tutto quello che hai dato di bello e di giusto a noi vecchi compagni del Psa. Addio caro Werner, eri sempre e resterai ancora un punto di riferimento. Mi mancherai”.

A seguire ha preso la parola Virginio Pedroni, che ha iniziato il suo intervento ricordando una recente intervista a Werner Carobbio, in cui emergeva la sua capacità di affrontare la politica, anche, con ironia e senza eccessiva retorica. "Avevi preso molto sul serio la politica, ma ti eri anche divertito tanto”, ha detto. “È un grande privilegio quello di divertirsi, non per distrarsi dalle cose serie che ci pesano, ma proprio facendo con serietà ciò che ci pare importante. Questa condizione ha indubbiamente a che fare con la felicità". Werner Carobbio, ha detto Pedroni, è stato un grande leader del socialismo ticinese, un protagonista della sua storia in particolare negli ultimi decenni del secolo scorso. “La sua visione politica affondava le radici in un'interpretazione radicale della tradizione del socialismo europeo, democratica e anti-capitalista al tempo stesso, ha detto. Una sensibilità ereditata dalla famiglia. A "fare di questa sensibilità un chiaro pensiero contribuì l'incontro con un insegnante di storia della scuola magistrale, che era anche un importante intellettuale di sinistra: Guido Pedroli. In tutto ciò si innestò poi lo spirito contestatore del '68, la voglia di rovesciare poteri sclerotizzati e autorità poco autorevoli”. Pedroni ha ricordato come il giovane Werner Carobbio riuscì con altri compagni a portare nel PST questa “aria nuova”, denunciando una strategia socialdemocratica che “certamente grazie all'intesa di sinistra con i liberali aveva contribuito al progresso del Paese, ma che ormai imprigionava i socialisti in un sistema di potere in cui erano per altro solo comprimari, togliendo loro autonomia politica e respiro ideale”. Le premesse su cui appunto nascerà l’esperienza del Psa.

"Con il senno di poi”, ha detto Pedroni, “possiamo dire che quel disegno fu una grande ed esaltante illusione, che si scontrò con le inerzie locali e con cambiamenti globali che posero in condizioni difficilissime persino i socialisti e le forze di sinistra di Paesi di ben più forte tradizione progressista. Ma fu giusto e utile provarci. Di quel sogno Werner è stato l'anima propulsiva e stabilizzatrice, con la sua grande intelligenza politica, la concretezza, la capacità organizzativa, di lavoro e di sintesi". Un'esperienza che, grazie al suo decisivo apporto, pur non raggiungendo il pieno successo, si concluse con la riunificazione dei socialisti e l’opportunità di “riprendere il largo”.

Anna Biscossa, già presidente del PS Ticino e granconsigliera, ha ricordato l’esempio che per molti ha rappresentato Werner Carobbio. "Per molti che sono qui oggi, sei stato un grande maestro e un grande esempio”, ha detto. “Prima di tutto perché sei stato per tutta la vita un socialista dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori, dei più deboli, delle donne, anche quando erano ben in pochi ad esserlo, del servizio pubblico, della formazione, della cultura, della giustizia sociale, dell'ambiente”. Un esempio “per il coraggio che ti faceva schierare senza esitazione a favore di ciò che ritenevi semplicemente giusto, indipendentemente che queste lotte raccogliessero consenso o meno. Sei stato un esempio per la tua grande intelligenza politica, che ti permetteva di trasformare anche le cause perse in battaglie vincenti, in grado di scalfire o quantomeno modificare la realtà. Sei stato un esempio per la tua capacità di vedere oltre il qui ed ora, riuscendo ad immaginare l'impatto di una scelta e di un'azione politica anche sul medio e lungo periodo. Sei stato un esempio per quel tuo modo di essere, contemporaneamente un grande politico, conosciuto e stimato, ma anche semplicemente un uomo tra gli altri, che condivideva, sentiva e faceva sue le paure, le sofferenze e le fatiche, ma anche le speranze, le ispirazioni, le utopie e i sogni degli uomini e delle donne, per poi farsene carico fino in fondo e in maniera totale”. A ricordare invece la figura del “nonno” Werner, infine, le nipoti Alessia e Laura, attraverso alcuni momenti felici di vita quotidiana, comunque capaci di trasmettere i valori che hanno contraddistinto la vita di Werner Carobbio. Infine, ha dargli l’ultimo saluto, le note de “L’Internazionale”.

Questo pomeriggio la sinistra ticinese ha dato l’ultimo saluto a Werner Carobbio. Al Cimitero di Bellinzona si sono svolti i funerali del già granconsigliere, consigliere nazionale, segretario e fondatore del Partito socialista autonomo (Psa), fra le figure più importanti del socialismo ticinese nell’ultimo mezzo secolo di storia

A ricordarlo nella sua orazione funebre è stato dapprima il già consigliere di Stato Pietro Martinelli, “amico e compagno di una vita”, che, davanti ai molti presenti, ha evidenziato il fondamentale ruolo di Werner Carobbio nella nascita e nella vita dell’esperienza, per certi versi unica, del Psa, come pure la sua tenacia e il coraggio nel sapersi indignare e lottare contro la violenza, fisica e morale, e le ingiustizie.

Martinelli ha ripercorso il contributo apportato da Werner Carobbio, quale primo segretario del Psa, per ridare alla sinistra una cultura politica che è stata in grado di attirare l’adesione di molti intellettuali e “persino della parte più curiosa della borghesia”, una cultura orientata verso un marxismo umanista, non dogmatico e, infine, in grado di ricomporre la sinistra ticinese, prima con il Psu e poi con l’unificazione con il Pst, da cui è nato l’attuale PS Ticino.

Martinelli ha anche evidenziato quello che ha definito il “capolavoro” compiuto nelle sei legislature in Consiglio nazionale di Werner Carobbio, a partire dal 1975. Lavoro che è valso a Werner Carobbio anche il rispetto, nonostante l’iniziale diffidenza, degli avversari politici.

Un incessante impegno politico, che “tuttavia non ti ha fatto dimenticare di circondare di affetto e di attenzioni la famiglia: la moglie Graziella, le figlie Marina e Katia, il fratello Ateo e le nuove generazioni di nipoti”, ha detto Martinelli nel porgere le sue condoglianze alla famiglia.

“Sei stato amato dal popolo e sei stato amato dal partito perché eri uno di loro e di noi e perché erano ed eravamo certi che non avresti mai tradito”, ha concluso Pietro Martinelli. “Grazie per tutto quello che hai dato di bello e di giusto a noi vecchi compagni del Psa. Addio caro Werner, eri sempre e resterai ancora un punto di riferimento. Mi mancherai”.

A seguire ha preso la parola Virginio Pedroni, che ha iniziato il suo intervento ricordando una recente intervista a Werner Carobbio, in cui emergeva la sua capacità di affrontare la politica, anche, con ironia e senza eccessiva retorica. "Avevi preso molto sul serio la politica, ma ti eri anche divertito tanto”, ha detto. “È un grande privilegio quello di divertirsi, non per distrarsi dalle cose serie che ci pesano, ma proprio facendo con serietà ciò che ci pare importante. Questa condizione ha indubbiamente a che fare con la felicità". Werner Carobbio, ha detto Pedroni, è stato un grande leader del socialismo ticinese, un protagonista della sua storia in particolare negli ultimi decenni del secolo scorso. “La sua visione politica affondava le radici in un'interpretazione radicale della tradizione del socialismo europeo, democratica e anti-capitalista al tempo stesso, ha detto. Una sensibilità ereditata dalla famiglia. A "fare di questa sensibilità un chiaro pensiero contribuì l'incontro con un insegnante di storia della scuola magistrale, che era anche un importante intellettuale di sinistra: Guido Pedroli. In tutto ciò si innestò poi lo spirito contestatore del '68, la voglia di rovesciare poteri sclerotizzati e autorità poco autorevoli”. Pedroni ha ricordato come il giovane Werner Carobbio riuscì con altri compagni a portare nel PST questa “aria nuova”, denunciando una strategia socialdemocratica che “certamente grazie all'intesa di sinistra con i liberali aveva contribuito al progresso del Paese, ma che ormai imprigionava i socialisti in un sistema di potere in cui erano per altro solo comprimari, togliendo loro autonomia politica e respiro ideale”. Le premesse su cui appunto nascerà l’esperienza del Psa.

"Con il senno di poi”, ha detto Pedroni, “possiamo dire che quel disegno fu una grande ed esaltante illusione, che si scontrò con le inerzie locali e con cambiamenti globali che posero in condizioni difficilissime persino i socialisti e le forze di sinistra di Paesi di ben più forte tradizione progressista. Ma fu giusto e utile provarci. Di quel sogno Werner è stato l'anima propulsiva e stabilizzatrice, con la sua grande intelligenza politica, la concretezza, la capacità organizzativa, di lavoro e di sintesi". Un'esperienza che, grazie al suo decisivo apporto, pur non raggiungendo il pieno successo, si concluse con la riunificazione dei socialisti e l’opportunità di “riprendere il largo”.

Anna Biscossa, già presidente del PS Ticino e granconsigliera, ha ricordato l’esempio che per molti ha rappresentato Werner Carobbio. "Per molti che sono qui oggi, sei stato un grande maestro e un grande esempio”, ha detto. “Prima di tutto perché sei stato per tutta la vita un socialista dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori, dei più deboli, delle donne, anche quando erano ben in pochi ad esserlo, del servizio pubblico, della formazione, della cultura, della giustizia sociale, dell'ambiente”. Un esempio “per il coraggio che ti faceva schierare senza esitazione a favore di ciò che ritenevi semplicemente giusto, indipendentemente che queste lotte raccogliessero consenso o meno. Sei stato un esempio per la tua grande intelligenza politica, che ti permetteva di trasformare anche le cause perse in battaglie vincenti, in grado di scalfire o quantomeno modificare la realtà. Sei stato un esempio per la tua capacità di vedere oltre il qui ed ora, riuscendo ad immaginare l'impatto di una scelta e di un'azione politica anche sul medio e lungo periodo. Sei stato un esempio per quel tuo modo di essere, contemporaneamente un grande politico, conosciuto e stimato, ma anche semplicemente un uomo tra gli altri, che condivideva, sentiva e faceva sue le paure, le sofferenze e le fatiche, ma anche le speranze, le ispirazioni, le utopie e i sogni degli uomini e delle donne, per poi farsene carico fino in fondo e in maniera totale”. A ricordare invece la figura del “nonno” Werner, infine, le nipoti Alessia e Laura, attraverso alcuni momenti felici di vita quotidiana, comunque capaci di trasmettere i valori che hanno contraddistinto la vita di Werner Carobbio. Infine, ha dargli l’ultimo saluto, le note de “L’Internazionale”.




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