Dalla tutela del territorio e degli spazi dedicati all'agricoltura, alla contesa elettorale che sta per chiudersi. Intervista alla granconsigliera socialista Simona Buri.
Mancano pochi giorni all’appuntamento elettorale delle cantonali del 2 aprile, quando il Ticino rinnoverà il potere Esecutivo e Legislativo. In una campagna elettorale che non ha brillato per l'interesse suscitato (vedremo i numeri della partecipazione definitivi cosa ci diranno), la contesa, più che fra le principali forze politiche, sembra essere all’interno di esse.
In casa socialista fra i granconsiglieri uscenti in corsa per una conferma c’è Simona Buri, socialista Luganese, eletta in Gran Consiglio nel 2019, membro della Commissione ambiente, territorio ed energia. Con lei, in occasione della Festa per la giustizia sociale e contro la xenofobia del Ps di Lugano, abbiamo stilato un breve bilancio della Legislatura oramai agli sgoccioli.
Simona Buri, dopo una Legislatura in Gran Consiglio per il Partito socialista, quale bilancio trae?
Come sinistra ci siamo battuti per i nostri obiettivi e abbiamo cercato di contrastare la maggioranza di destra. Forse avremo potuto trovare maggiori compromessi per raggiungere risultati migliori, ma è sempre più facile dirlo dopo che prima.
Lei è fa parte della Commissione ambiente, territorio ed energia. Quali sono stati gli ambiti principali di cui vi siete occupati?
La Commissione si occupa ovviamente di tutti gli ambiti relativi al territorio. È stato un lavoro importante. Abbiamo evaso i ricorsi sulle varie schede del Piano direttore cantonale. In questo caso è importante trovare il giusto compromesso e non ha senso dividersi.
È stato un lavoro difficile perché la maggior parte dei commissari di destra preferiscono ancora la speculazione edilizia, piuttosto che preservare il territorio.
Su questo tema quali correttivi auspica per la prossima legislatura?
Applicare quello che dice la legge. Si deve andare verso uno sviluppo più centripeto: non possiamo più permetterci di continuare ad erodere territorio, ad esempio rispetto all'agricoltura. Vanno evitate le compensazioni SAC (superfici per l'avvicendamento delle colture, ndr) che in realtà non sono delle vere compensazioni.
In questa Legislatura su questo tema vi sono stati dei casi in cui oltre che dalla sua area politica e dalle associazioni ambientaliste si sono levate critiche anche dalle associazioni degli agricoltori. Ci vuole più attenzione da parte della politica?
Rimango sempre sorpresa, quando si discute in Commissione, dal fatto che questo tema non sia capito. L'agricoltura dovrebbe essere un tema di tutti, non solo della sinistra. Abbiamo anche esponenti di destra che lo capiscono, ma in queste battaglie rispetto ai loro partiti restano da soli e siamo noi gli unici che gli danno una mano. Credo sia importante riconoscere l'importanza dall'agricoltura per tutto il Ticino.
Da più parti è stato detto che questa campagna elettorale è "piatta" e non si vede molta energia, soprattutto da parte dei partiti, nel dibattere e confrontarsi con le altre forze politiche. Lei che la vive dall'interno che sensazioni ha?
Io sono un po' anomala. Non sono stata particolarmente attiva in questa campagna, perché da sempre ritengo che la campagna la si fa nella vita di tutti i giorni, partecipando alle attività delle associazioni e con la presenza nel territorio. Mi sembra un po' una farsa il volersi incontrare a prescindere, ma non discutere e parlare dei punti comuni o degli ideali da portare avanti.
Lei è candidata nel circondario Sottoceneri per il Partito socialista. Un circondario in cui in questa tornata c'è una certa concorrenza. Anche per diversi granconsiglieri uscenti, come lei, non è scontato essere rieletti. Cosa dice agli elettori per convincerli che è importante che lei rimanga in Gran Consiglio?
Il mio slogan è: "Io sto dalla parte del buon senso". Per ogni problema, se preso con buonsenso, c'è una via d'uscita. Sicuramente ci saranno anche altre persone che possono fare meglio di me. Quello che posso dire è che io ho sempre cercato di fare del mio meglio e di fare le cose con buonsenso.
Se non sarò rieletta, fa niente. L'importante è che la sinistra cresca e non perda posti importanti, perché poi, quando ci si trova in aula a prendere le decisioni, si nota che siamo in pochi e che i numeri fanno la differenza.
E lo stato di salute della sua area politica come lo vede?
Domanda difficile. Secondo me ci si poteva impegnare molto di più, fin dall'inizio, per mantenere un'area più ampia, che avrebbe potuto fare la differenza. Con quanto successo, il distaccarsi di persone e la creazione di nuovi movimenti, il Partito socialista sarà penalizzato. Non poteva che essere così. Se ci si pensava prima poteva essere diverso.
Mancano pochi giorni all’appuntamento elettorale delle cantonali del 2 aprile, quando il Ticino rinnoverà il potere Esecutivo e Legislativo. In una campagna elettorale che non ha brillato per l'interesse suscitato (vedremo i numeri della partecipazione definitivi cosa ci diranno), la contesa, più che fra le principali forze politiche, sembra essere all’interno di esse.
In casa socialista fra i granconsiglieri uscenti in corsa per una conferma c’è Simona Buri, socialista Luganese, eletta in Gran Consiglio nel 2019, membro della Commissione ambiente, territorio ed energia. Con lei, in occasione della Festa per la giustizia sociale e contro la xenofobia del Ps di Lugano, abbiamo stilato un breve bilancio della Legislatura oramai agli sgoccioli.
Simona Buri, dopo una Legislatura in Gran Consiglio per il Partito socialista, quale bilancio trae?
Come sinistra ci siamo battuti per i nostri obiettivi e abbiamo cercato di contrastare la maggioranza di destra. Forse avremo potuto trovare maggiori compromessi per raggiungere risultati migliori, ma è sempre più facile dirlo dopo che prima.
Lei è fa parte della Commissione ambiente, territorio ed energia. Quali sono stati gli ambiti principali di cui vi siete occupati?
La Commissione si occupa ovviamente di tutti gli ambiti relativi al territorio. È stato un lavoro importante. Abbiamo evaso i ricorsi sulle varie schede del Piano direttore cantonale. In questo caso è importante trovare il giusto compromesso e non ha senso dividersi.
È stato un lavoro difficile perché la maggior parte dei commissari di destra preferiscono ancora la speculazione edilizia, piuttosto che preservare il territorio.
Su questo tema quali correttivi auspica per la prossima legislatura?
Applicare quello che dice la legge. Si deve andare verso uno sviluppo più centripeto: non possiamo più permetterci di continuare ad erodere territorio, ad esempio rispetto all'agricoltura. Vanno evitate le compensazioni SAC (superfici per l'avvicendamento delle colture, ndr) che in realtà non sono delle vere compensazioni.
In questa Legislatura su questo tema vi sono stati dei casi in cui oltre che dalla sua area politica e dalle associazioni ambientaliste si sono levate critiche anche dalle associazioni degli agricoltori. Ci vuole più attenzione da parte della politica?
Rimango sempre sorpresa, quando si discute in Commissione, dal fatto che questo tema non sia capito. L'agricoltura dovrebbe essere un tema di tutti, non solo della sinistra. Abbiamo anche esponenti di destra che lo capiscono, ma in queste battaglie rispetto ai loro partiti restano da soli e siamo noi gli unici che gli danno una mano. Credo sia importante riconoscere l'importanza dall'agricoltura per tutto il Ticino.
Da più parti è stato detto che questa campagna elettorale è "piatta" e non si vede molta energia, soprattutto da parte dei partiti, nel dibattere e confrontarsi con le altre forze politiche. Lei che la vive dall'interno che sensazioni ha?
Io sono un po' anomala. Non sono stata particolarmente attiva in questa campagna, perché da sempre ritengo che la campagna la si fa nella vita di tutti i giorni, partecipando alle attività delle associazioni e con la presenza nel territorio. Mi sembra un po' una farsa il volersi incontrare a prescindere, ma non discutere e parlare dei punti comuni o degli ideali da portare avanti.
Lei è candidata nel circondario Sottoceneri per il Partito socialista. Un circondario in cui in questa tornata c'è una certa concorrenza. Anche per diversi granconsiglieri uscenti, come lei, non è scontato essere rieletti. Cosa dice agli elettori per convincerli che è importante che lei rimanga in Gran Consiglio?
Il mio slogan è: "Io sto dalla parte del buon senso". Per ogni problema, se preso con buonsenso, c'è una via d'uscita. Sicuramente ci saranno anche altre persone che possono fare meglio di me. Quello che posso dire è che io ho sempre cercato di fare del mio meglio e di fare le cose con buonsenso.
Se non sarò rieletta, fa niente. L'importante è che la sinistra cresca e non perda posti importanti, perché poi, quando ci si trova in aula a prendere le decisioni, si nota che siamo in pochi e che i numeri fanno la differenza.
E lo stato di salute della sua area politica come lo vede?
Domanda difficile. Secondo me ci si poteva impegnare molto di più, fin dall'inizio, per mantenere un'area più ampia, che avrebbe potuto fare la differenza. Con quanto successo, il distaccarsi di persone e la creazione di nuovi movimenti, il Partito socialista sarà penalizzato. Non poteva che essere così. Se ci si pensava prima poteva essere diverso.